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Sbiancamento dentale: istruzioni per l’uso

 
Il colore dentale cambia di persona a persona, ed è sempre e comunque un colore composito piuttosto che uniforme.
Il colore naturale degli elementi dentali presenta infatti sfumature, più o meno accentuate, che vanno dai toni del giallo e del grigio al bruno; essi aumentano d’intensità dal bordo incisale al colletto di ogni singolo dente.

Cosa sono le discromie dentali?
Le discromie dentali, o più semplicemente “macchie dentali” rappresentano uno dei principali nemici del sorriso.
Queste si formano quando sostanze colorate di varia natura si depositano nello strato superficiale dei denti lo smalto, oppure più in profondità, nella dentina.
Le discromie possono essere raggruppate in due categorie: intrinseche ed estrinseche prodotte rispettivamente da:
Fattori intrinseci:
a. Fluorosi
b. Farmaci (tetracicline…)
c. Patologie metaboliche
d. Invecchiamento
e. Perdita di vitalità di un elemento dentale
f. Amelogenesi imperfetta
Fattori estrinseci:
a. Cibi e bevande (caffè,thè…)
b. Placca e tartaro
c. Fumo
d. Sali metallici
e. Batteri cromogeni

È possibile correggere le discromie dentarie?
Si, mediante le tecniche di sbiancamento dentale.

Che cos’è lo sbiancamento dentale?
È una procedura che permette di schiarire io colore dello smalto dei denti aumentandone notevolmente “l’effetto bianco”.
Oltre al miglioramento del colore produrrà un’aumentata brillantezza e luminosità del sorriso.
La procedura di sbiancamento non dà risultati uguali in tutti i pazienti poiché ciascuno di essi presenta caratteristiche differenti della struttura dentale.
Il miglioramento ottenuto con l’ausilio di questa tecnica va comunque valutato considerando il colore di partenza del paziente; dopo la procedura può migliorare fino a 6-10 toni della scala colori utilizzata dai dentisti.

Quando è indicato lo sbiancamento?
Il trattamento è indicato in tutti i casi in cui il paziente voglia migliorare l’estetica del suo sorriso.

Quali sono e come agiscono gli agenti sbiancanti?
Per la procedura di sbiancamento sono oggi utilizzati dei gel a base di perossido di idrogeno (H202) o di perossido di carbammide.
Lo smalto e la dentina sono permeabili a queste sostanze che penetrando in profondità attivano il processo di sbiancamento all’interno del dente.
Il trattamento riesce ad eliminare le pigmentazioni intrinseche che non possono essere rimosse solo con l’igiene orale professionale o con i dentifrici sbiancanti che si trovano in commercio.
Cosa è consigliabile fare per mantenere i risultato dello sbiancamento?
La durata dell’effetto del trattamento dipende dall’applicazione delle corrette manovre d’igiene domiciliare e dalle regolari sedute di igiene orale professionale, nonché dal cambiamento delle abitudini che hanno contribuito alla pigmentazione dei denti: il fumo, il consumo di cibi pigmentanti etc..
Lo sbiancamento presenta controindicazioni?
Le controindicazioni al trattamento sono correlate allo stato di salute orale (sensibilità dentale, carie, otturazioni incongrue, abrasione, erosione…) ed alla salute generale del paziente.
Lo sbiancamento danneggia lo smalto?
Il trattamento, se ben condotto, non presenta effetti negativi a carico dello smalto,
E vero che le procedure di sbiancamento producono sensibilita dentale?
No, se il trattamento è eseguito da professionisti specializzati che utilizzano prodotti desensibilizzanti a base di fluoro per rinforzare lo smalto prima durante e dopo il trattamento.
I trattamenti sbiancanti attualmente disponibili producono gli stessi effetti?
Assolutamente no, ogni trattamento ed ogni prodotto presenta indicazioni e limiti ben precisi. Solo operatori esperti possono scegliere il prodotto giusto per risolvere il particolare problema di un determinato

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